Il contadino dalla notte dei tempi si autoproduce i propri semi. Vanno scelti quelli dei frutti con i caratteri “migliori” (decidete voi quali) da tramandare alle future generazioni.

Non tutti i semi si possono  autoprodurre o riprodurre facilmente per cui alcuni vanno acquistati ogni volta, per esempio gli ibridi sono in genere sterili o non ridanno la stessa pianta la volta successiva. Se si coltivano più varietà della stessa specie possono avvenire ibridizzazioni.

I semi biologici, cioè non  trattati con veleni chimici tipo THIRAM, si trovano in commercio sempre più facilmente, anche se il numero del varietà disponibili è limitato per chi come me ama la biodiversità.

Esiste una lista ufficiale delle sementi e del materiale di propagazione biologico disponibile, se qui non trovate quello che cercate potete cercare altrove. Importante: assicuratevi almeno che sulla confezione dei semi ci sia scritto NON TRATTATO. Se siete una azienda agricola biologica ricordate di chiedere la deroga per le varietà  che avete deciso di seminare.

Esiste l’attività di scambio semi che però è illegale, l’argomento merita un post a parte. Ci sono poi le donazioni dei nonni e del vicinato, vecchi contadini/e che tramandano i loro semi di generazione in generazione i cosiddetti semi di conservazione.

Se ricevete una donazione sappiate che per conservarla dovete seminarla ogni anno e raccogliere i semi per l’anno successivo, altrimenti i semi che non vengono costantemente autoprodotti scadono. I semi che conservate dovranno essere iscritti nel registro delle varietà, contattando l’ente apposito ( per esempio nel Lazio ARSIAL) si preoccuperanno loro di fare tutte le procedure necessarie.

Da buon imprenditore bio 3.0 mi autoproduco i semi, ma ogni anno aumento il numero di varietà che coltivo (aumento cioè la biodiversità) e Internet in questo è di grande aiuto. Per l’acquisto dei semi mi rivolgo in genere a questi fornitori: Arcoiris, Baumaux, Ingegnoli, Sementi La Rosa, ma ne esistono tanti altri, buona ricerca e buona semina!

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